QUESTO BLOG E' STATO CREATO AD INTEGRAZIONE DEL MIO SITO PRINCIPALE: >> ESCURSIONI NEI DINTORNI DI TRIESTE

TREKKING IN VAL D'AOSTA


UN TOUR ALL'OMBRA DEI 4000....


SETTIMANA IN VAL D'AOSTA
da dom. 30/7 a dom. 6/8
6 giorni di escursioni all'ombra dei 4000....

organizzazione: Renato Spadaro
Allegati:
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PRESENTAZIONE:
Sette giorni di trekking nelle aeree più significative e interessanti della regione. Protagonisti camosci, stambecchi del 
parco del Gran Paradiso, i laghi e ghiacciai del monten Rosa e Bianco: Il fascino storico della vallata del Gran San Bernardo,
la piramide del Cervino e la flora più affascinante delle Alpi. A completamento, lo Sky Way per salire alla punta 
Helbronner e al nuovo rifugio Torino - 3375 metri !



IL PROGRAMMA:









ESCURSIONI DEL CAI - 12 marzo 2017 -

Articolo del giornale di Trieste "IL PICCOLO" di mercoledì 8 marzo 2017


TRAVERSATA DA SANTA CROCE ALLE FONTI DEL TIMAVO

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Tratta dall'archivio delle gite organizzate nell'ambito di un Cai di Trieste.

" Là, dove il Carso incontra il mare "

cliccare due volte sulle immagini per visualizzarle a schermo intero
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Come scoprii il monte Sabotino

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Come scoprii il monte Sabotino:
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Invogliato da un collega che abita a Gorizia, ai piedi del monte Sabotino, una domenica mi reco ad una festa paesana.
E' una bella giornata, piena di sole e di gente che incontrandosi fraternamente si saluta. Non conoscendo nessuno mi sento sperduto e cerco il collega fra la piccola folla che si sta radunando. Lo scorgo mentre, assieme al suo bimbo, sta piantando un'alberello dove una brutta strada ha ferito il monte. L'aiuto e poi un pò rinfrancato mi unisco al gruppo che si sta avviando. Dopo un'ora di discreta salita arriviamo su quella cresta di cui spesso lui mi aveva parlato.
Lassù, al cospetto di un panorama che m'incanta, c'è un antico eremo che la furia dell'uomo ha ridotto a pochi miseri resti, sufficienti però per celebrare una messa all'aperto. Le persone ascoltano e pregano nella lingua che non ho mai imparato. Con sorpresa m'accorgo che anch'io, solitamente distratto da domeniche montane, riesco a mio modo, a pregare con loro. Finita la messa si va su, tutti insieme, incuranti dei cippi che per tanto tempo hanno intimorito e diviso, lungo la facile cresta che ai due lati vertiginosamente sprofonda.
Arrivato al punto più alto, una sosta s'impone. Da quassù la vista è stupenda: a sinistra c'è il mare e Gorizia, a destra i monti e l'Isonzo, dietro i quotidiani problemi, son tutti laggiù in fondo, molto lontani. Proprio quì, dove in un tragico passato si è tanto combattuto, oggi dalla gente traspare la gioia di essere in pace in questo luogo ritrovato, un nuovo posto che potranno amare.
E' l'ora di scendere in paese, in programma c'è una spaghettata finale: accontentato lo spirito, anche lo stomaco reclama la sua parte. Congratulandomi per la festa riuscita, mi congedo dai miei nuovi amici: l'oste ospitale che oggi per noi ha trascurato l'affari, l'esperto di cose locali che mi ha travolto con le sue tante storie, il collega che forse da domani non sarà più solo tale.
Ora che solo ritorno verso casa, istintivamente accendo la radio, ma la musica che in me suona più forte è l'intonata armonia che mi ha dato questa domenica trascorsa, in modo semplice ma sereno, alla scoperta del monte Sabotino e della sua gente.
In sede ho il torto di parlare del monte agli altri. Decidono che si deve farne lì una gita ufficiale. "Va bene, ma il posto lo conosco appena, dovrò fare altri sopralluoghi". Nel tornare più volte sul Sabotino, scopro altri sentieri da inserire nel percorso. Ecco, il programma è ormai definito, non è poi tanto male, eppure sento che manca qualcosa. Ho trovato: ci vorrebbero anche gli amici del Sabotino.
Vincendo il timore di un rifiuto, contatto l'oste, l'esperto e il collega. Son contento quando si dicono disposti: cercheremo di ricreare l'atmosfera speciale che c'era nella loro festa paesana. Non sarà facile, ma val la pena di tentare. In fondo non ci vogliono poi tante cose: un bel monte per stare bene insieme, una spaghettata fra amici, e della gente che alla fine, lasciandosi, fraternamente si saluta.
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5b - Seconda tappa della grande traversata dell'Istria centrale: da Cosina a Cristoglie

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Sulle motivazioni dell'andare in gita in montagna

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Incontrai il giovane Zlatko mentre ero intento alla preparazione della gita sul Sabotino.
Ricordo che in quella occasione si era innescata una travolgente reazione a catena. Un amico di Gorizia mi aveva portato sul suo monte prediletto, io stupito dalla sua aspra bellezza ne ero rimasto perdutamente ammaliato e poi, parlandone in giro, avevo involontariamente trasmesso l'infatuazione a parecchi amici della Trenta Ottobre. A quel punto, il ricavarne una gita sociale era diventata una scelta quasi obbligata. Numerosi sono stati i successivi sopralluoghi, tutti molto belli e gratificanti, estesi anche ai panoramici prati del Corada. Mi occorreva, per finire bene l'itinerario, un buon punto di fine-gita dove gli escursionisti potevano trovare anche un confortevole posto di ristoro.
Fu così che, un pò per caso e un pò per calcolo teorico, un giorno giunsi all'appartato paese di Plava d'Isonzo e alla sua trattoria al di là del ponte. Con circospezione entrai nel locale, provando quel particolare insieme di timore e attrazione che spesso mi prende quando m'avventuro su quei sentieri, specie se umani, che non so ancora dove mi conduranno. Un "ena kava", chiedo per iniziare ma poi mi presento e spiego, all'intera famiglia già convenuta, sul perchè avrei bisogno da loro di qualche buon consiglio.
Dopo mezz'ora la situazione è di molto cambiata: mi ritrovo che, salutati affettuosamente dalla madre, sto salendo sulla jepp condotta dal padre, assieme al figlio che, in stentato italiano già mi confida, fotografie alla mano, di quali monti si è finora più innamorato. Abbiamo a lungo cercato un vecchio sentiero ormai sopraffatto nell'uso dalla strada asfaltata che volevo cercare d'evitare. E fu così che, mentre scendevamo insieme lottando con istintiva intesa contro il bosco abbandonato e inselvatichito, ho potuto conoscere il giovane Zlatko e tutto il suo buon carattere. Non è stato facile per noi uscire da quella ingarbugliata nuova jungla che non possedeva più nessun sentiero utile per la mia gita. Alla fine, mentre lui mi mostrava con orgoglio l'affrescata chiesa del suo paese, eravamo entrambi graffiati, bagnati e sconfitti ma in fondo pure contenti perchè avevamo però trovato una facile scorciatoia per diventare dei buoni amici.
Un mese dopo la gita sul Sabotino, la più bella fra quelle che finora ho organizzato, si concludeva felicemente nella "trattoria presso il ponte sull'Isonzo". Fra la gente serpeggiava lo stesso mio iniziale stupore e ammirazione per la grande bellezza del percorso che aveva compiuto e già parlavano di tornarci con parenti e conoscenti. Nella consueta confusione della partenza riuscii appena a salutare i cari genitori; all'amico Zlatko invece, per ringraziarlo di tutto, regalai una bella carta dolomitica, che sapevo capace di farlo poi fantasticare e sognare. Lui ricambiò il mio dono facendomi un'inaspettata proposta: "Vuoi che andiamo insieme sul più bel monte vicino a casa mia ?"
Non ci pensavo più, altri progetti, altri monti, la quotidiana vita cittadina con i suoi impegni mi avevano distratto. Ed invece una mattina squilla il telefono e risento la dolce voce della mamma che mi invita, a suo nome, di andare con lui nientemeno che sul monte Nero, sopra Caporetto. Facile indovinare quale fu la mia risposta.
Due giorni dopo, trascinato dall'entusiasmo per una probabile bella gita che non prevedevo più, alle quattro mi ritrovo davanti alla trattoria di Plava, un posto che mi è diventato ormai famigliare. Quindi il lieto incontro con Zlatko e un suo coetaneo paesano, il magico formarsi di uno strano trio che un pò pazzamente, a notte fonda, s'avvia. La mia macchina la lasciamo a Dresenza e poi in jepp si va in val Lepena e da qui, al primo chiarore dell'alba, la nostra escursione in montagna può iniziare.
E' da poco che saliamo nel bosco e sono già in affanno; eppure il sentiero non è più duro di tante altre volte: forse è a causa del fitto dialogo fra di noi, fatto di verbi all'infinito e divertente ricerca di capirci, provocato dalle loro continue domande curiose. Quasi all'improvviso arriviamo al grande e moderno rifugio. Il sole non è ancora sorto oltre le alte montagne, ma dentro c'è già parecchio movimento. Sento in me di nuovo il fascino derivato dal posto, lingua e gente sconosciuta ma nessun timore perchè so d'essere con due premurosi accompagnatori. Ci concediamo solo un breve ristoro e poi via, per raggiungere il vicino lago glaciale, che mi sembra ancor più incantevole di come l'avevo immaginato. Le tre foto di rito, fatte a coppie alternate, mi fanno capire che l'intesa fra noi tre si sta sempre più consolidando. Arrivati ad un vasto pianoro, il monte Nero, illuminato dal sole nascente, mi appare molto alto e lontano e ci sollecita a riprendere il cammino.
Ora s'inizia a salire sul serio: il sentiero non è difficile, ma in costante, discreta pendenza. Ad un bivio ci concediamo una piccola pausa, scambiandoci la rispettiva merenda. Loro, forse sorpresi di vedermi arrancare ancora bene mi propongono, insinuanti, se voglio fare un'altro monte in supplemento; io, disinvolto nell'apparenza ma incerto nel mio interno, spregiudicato assecondo l'idea. E' da un bel pò che si va sempre su, ora fra noi si parla molto meno. Il nostro è proprio uno strano trio: loro due, che sommando gli anni non arrivano alla mia età, s'innalzano, con il freno a mano tirato, simili ad agili caprioli, io, che ho innestato la ridotta, un pò rallento ma tenacemente continuo a sudare e salire. Quando finalmente raggiungiamo la vetta, dai grandi massi sconvolti da una assurda guerra di mine, intuisco che siamo arrivati sul monte Rosso. Infatti il monte Nero, circondato da uno stupendo scenario di monti, mi appare ancora distante, al di là di una profonda sella. Del filo spinato arruginito, una lapide con dedica, tanti gradini intagliati nella roccia mi fanno ricordare, nel concreto, le vecchie foto viste in un recente libro di guerra Dopo la sella c'è ancora da penare per l'ultimo strappo in salita, che mi sembra non dover mai finire.
Ma la fatica scompare quando finalmente li raggiungo lassù, in cima al monte Nero: soddisfatti per l'impresa riuscita, con gioia ci stringiamo la mano. Da qui la vista è davvero stupenda: quasi non riesco a riconoscere i pur conosciuti profili dei miei grandi monti, che sembrano ridotti a tante piccole gobbe che movimentano un immenso scenario circolare e l bel lago dover eravano due ore fà, ora sembra solo una minuscola macchia d'azzurro. E, per me,' un momento di malcelata, intensa commozione, loro capiscono che è del tutto genuina e ne sono, a loro volta, contenti.
La salita al monte Nero è appena compiuta e già incomincia la preoccupazione per la discesa. Poco sotto la cima c'è un'altro rifugio: nonostante la quota, è grande e accogliente. C'è parecchia gente che proviene da altre direzioni, ci sono gli immancabili triestini con cui posso parlare nel mio dialetto, c'è la fraterna allegria che scaturisce dalla comune passione per la montagna. C'è però anche la verde valle, tanto bassa e lontana, che senza scampo dobbiamo ora raggiungere.
Discendiamo a lungo, la mulattiera di guerra è facile e segnata, ci vuole solo tanta pazienza. Ci fa compagnia il camminare immersi in un grandioso ambiente montano, serenamente chiacchierando su tante cose. Ad un tratto però mi chiedono, scusandosi, di potersi per un pò allontanare: sono deluso quando li vedo dileguarsi, a doppia velocità, sempre più giù, a capofitto. Poco dopo però li riprendo, mentre stanno contemplando e studiando, tutti seri e concentrati, una difficile parete che prima o poi vorrebbero affrontare. "Non lo dire alla mamma, altrimenti si preoccupa" mi implora Zlatko: io, sapendolo assennato, lo rassicuro e constato che sono bastate queste poche ore trascorse insieme per farmi coinvolgere in così fraterne complicità montane. Ecco, siamo finalmente arrivati in fondo, a Dresenza. Sono un pò stanco, ma non importa, per concludere questa lunga gita ora basterà usare macchina e benzina.
Ora sono di nuovo davanti alla trattoria di Plava: con il buio sono arrivato, con il buio me ne andrò via. Una splendida giornata in montagna sta finendo ed è giunto il momento del congedo. Lo strano trio si separa ripromettendosi qualche altra gita, la mamma, osservando che il figlio non parla più l'italiano con i verbi all'infinito, sorridente mi ringrazia, il papà mi invita all'interno per un'ultimo brindisi finale. Accetto con piacere e mi sembra bello che per farlo mi abbia fatto entrare non nella trattoria, ma nella cucina di famiglia.
Ritornato a Trieste, la solita vita riprende: casa, lavoro, altre belle gite, ma quella sul monte Nero resta per me la speciale.
Un collega che apprezza solo il mare spesso mi dice, per scherzare, di non capire perchè amo andare in montagna e mi esorta, vista l'età, a lasciare. Certo se ripenso a quante volte, perlustrando nei boschi, mi sono graffiato, bagnato e perduto, o a quella panoramica cima, da tempo sognata, che dopo ore di fatica raggiungo proprio quando è calata la nebbia, e alle zecche con cui il Carso sta ricambiando il mio amore, non posso dargi torto. Però poi il mio pensiero ritorna al gran silenzio del bosco che mi rasserena quando vado da solo, con me stesso, o al panino che contento mi gusto quando che assieme a pochi amici abbiamo raggiunto la meta, o all'allegra confusione che regnava quando in cento della Trenta siamo andati a spasso sul Carso. E' difficile spiegare agli altri le proprie sottili ma intense emozioni e al collega non riesco a dare una chiara risposta.
Un'altro anno è passato e la stessa storia capitata con il Sabotino si è ripetuta con il monte Nero. La Trenta Ottobre ha messo in calendario una gita sul mio monte prediletto, io con la scusa del doveroso sopralluogo sono tornato a rifare il percorso con i miei più cari amici triestini, fra poco ci sarà la nostra gita ufficiale. Ho contattato e convinto Zlatko a portare in cima i più bravi lungo un'ardita ferrata. Quando ci rincontreremo lassù, in cima al nostro monte e contenti fraternamente ci stringeremo di nuovo la mano, lo inviterò a venire assieme a noi nella mia prossima gita, in val Montanaia. Vista la mia età e la bravura dovrò aspettarlo alla base, ma sarò egualmente soddisfatto quando lo sentirò suonare da lassù la campana del campanile più bello del mondo. Spero che lui accetti, spero che le due gite riescano bene e tutti ne siano contenti, spero che questo mio discorso, fatto di magica intesa con la gente che incontro, non debba mai esaurirsi. Mi basta che tutto questo continui ancora così, in modo sempre uguale e sempre nuovo, finchè mi resterà la voglia e la forza.
Forse ho trovato la risposta che potrei dare al collega: amo andare in montagna perchè essa è ancora così forte da riuscire ad innescare intorno e in me, una travolgente reazione a catena.
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Altri miei post collegati alle gite sul monte Nero:
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Difendiamo la val Rosandra

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UNA GITA ORGANIZZATA LA DOMENICA 10 GENNAIO 1999

DA TRIESTE FINO A COSINA
SEGUENDO IL TRACCIATO DELLA
EX-FERROVIA CAMPO MARZIO-ERPELLE COSINA
IL TEMA PRICIPALE: "DIFENDIAMO LA VAL ROSANDRA"
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cliccare sulle immagini per ingrandirle
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Carso segreto

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Molto interessante blog di Franco Tauceri

Carso segreto
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Istrske Poti

Istrske Poti

YouTube - Capodistria

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YouTube - Izola Slovenia Isola d'istria

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Barzellette sugli istriani

forum A Trieste ... :: View topic - Barzelete sui istriani

Trekking con la Barcolana 2009

Il programma in altro formato


Araba Fenice Veneto e-mail



TRAVERSATA LUNGO IL CIGLIONE DEL GOLFO DI TRIESTE
SENTIERO KUGY – DA SANTA CROCE ALLA VAL ROSANDRA
DOMENICA 11 OTTOBRE 2009
TREKKING CON LA BARCOLANA

Proponiamo ai soci un'escursione lungo il ciglione Carsico che domina il golfo di Trieste in occasione della regata "Barcolana" che potremmo vedere dall'alto nel corso del suo svolgimento.
Il percorso segue il tracciato del sentiero Kugy che da Santa Croce porta a Trieste.
Ore 07.30 Partenza con pullman riservato dalla sede Cral in via Transalgardo 2 a Padova con sosta per il caffè durante il viaggio.Ore 10.15 Arrivo a Santa Croce. Incontro con il nostro amico-collaboratore Sergio Ollivier, che ci accompagnerà durante l'escursione lungo il golfo di Trieste.Ore 10.30 Santa Croce, visita al vecchio paese carsico. Si visionerà la chiesa dell'In-venzione della Croce (1574) e l'adiacente pozzo su cui si nota l'alabarda, l'emblema di Trieste. Uscendo dal paese, s'incontra l'antica chiesetta di San Rocco (1646), dal tetto in lastre di pietra e una strana statua del pellegrino questuante posta in facciata. Seguendo una stradina locale, si raggiunge la vedetta Slataper, dalla quale si apre una grandiosa veduta sull'intero golfo di Trieste, che sarà magnificamente punteggiato dalle vele delle 2000 barche partecipanti alla "Barcolana". Si continua, in un ambiente probabilmente colorato dal rosso del sommaco, oltrepassando i paesi di Contovello (portali scolpiti, androni, resti di torre fortificata) e Prosecco. L'itinerario si tiene ora vicino all'orlo delle strapiombanti pareti rocciose. Giunti all'inizio della "Strada Napoleonica", nel luogo dove sovente si allenano i rocciatori, si prende il sentiero segnalato (n° 1) che sale alla vedetta d'Italia, il luogo ideale per assistere dall'alto alla celebre regata velica. Sosta per la merenda al sacco.Ore 12.30 Vedetta d'Italia. Si prosegue con il sentiero Kugy che si tiene sempre vicino al bordo superiore del grande ciglione carsico che racchiude il golfo triestino. In successione, si passa per il santuario mariano di Monte Grisa (visita all'interno), Opicina zona Obelisco, il panoramico monte Belvedere (grandi antenne ripetitrici), e la Vedetta Alice, il punto più alto toccato dall'itinerario (472 m), da dove si potrà assistere alla fase conclusiva della "Barcolana". In breve si raggiunge la sella del monte Spaccato, adiacente all'importante Area Internazionale di Ricerca. Sosta di ½ ora in un'area picnic, dove sarà allestito un nostro posto di ristoro, preparato con l'ausilio degli amici di Trieste.Ore 15.00 Si continua lungo il ciglione seguendo una facile carrareccia che, superati i campi di golf di Padriciano, conduce al Bosco Bazzoni (di centenario impianto austriaco).Ore 16.00 Visitata la particella sperimentale del Bosco Bazzoni, si prosegue seguendo un panoramico sentiero segnalato, dal quale si gode della grande visione dall'alto dell'aspro canyon rappresentato dalla val Rosandra. Si perviene infine al paesetto di San Lorenzo e alla sua vedetta. E' d'utilità la presenza nell'abitato del rinomato ristorante "al Pozzo".Ore 17.00 San Lorenzo. Seguendo per 1 km. la strada di collegamento, si arriva alla Foiba di Basovizza, (breve visita con spiegazioni storiche), dove sarà in attesa il ns. pullman.Ore 17.45 partenza in pullman transitando attraverso l'altopiano carsico triestino, si raggiungerà il paesino di Colludrozza (frazione di Sgonico) dove, ospiti nella casa di un paesano (in altri periodi anche adibita ad apprezzata "osmiza"), si terrà una cenetta conviviale per gustare un menù composto di tipiche pietanze triestine: un piatto di jota con ½ salciccia, pane, un dolcetto, vino locale e minerale.Ore 19.00 Partenza con il pullman per il rientro, con arrivo a Padova per le ore 21.30.
Abbigliamento: comode scarpe da escursione, giacca a vento, bastoncini ect.Pranzo a sacco.Costo: Soci dip.ti Araba Fenice dip.ti € 20.00 Soci Fitel/altri Cral Araba Fenice € 25,00La quota comprende: trasporto in pullman,assicurazione infortuni, accompagnamento, ristoro lungo il percorso e cena conviviale di arrivederci i "osmizza".
Per informazioni dopo orario lavoro: Fabris Ennio uff. Banche 049 6992378ADESIONI ENTRO IL 24 SETTEMBRE 2009

cralaraba@virgilio.it
fax 0498995614

Domenica 11 ottobre 2009 – Trekking con la Barcolana




.DOMENICA 11 OTTOBRE 2009 - TREKKING CON LA BARCOLANA
TRAVERSATA LUNGO IL CIGLIONE DEL GOLFO DI TRIESTE

SENTIERO KUGY – DA SANTA CROCE ALLA VAL ROSANDRA

IL PROGRAMMA DELLA GITA: descrizione e orari
Ore 8.00 Partenza in corriera da Padova. Sosta per il caffè durante il viaggio 
Ore 10.30 Arrivo a Santa Croce. Incontro con l'amico-collaboratore Sergio Ollivier, che ci accompagnerà durante l'odierna escursione.
Ore 10.45 Santa Croce. Visita al vecchio paese carsico. Si visionerà la chiesa d XXX e l'adiacente pozzo monumentale e, uscendo dal paese, la chiesetta antica di San Rocco dal tetto in lastre di pietra e la statua del pellegrino questuante, posta in facciata. Seguendo una stradina locale, si raggiunge la Vedetta Slataper: grandiosa la vista che si apre sull'intero golfo di Trieste, che sarà magnificamente costellato dalle 2.000 vele delle barche partecipanti alla "Barcolana". Si continua oltrepassando i paesi di Contovello (architravi scolpite, la via principale di stampo medioevale) e Prosecco, riprendendo la cresta dello strapiombante crinale carsico. Giunti all'inizio della "strada Napoleonica", nel punto dove sovente si allenano i rocciatori, grazie al sentiero n° 1 si sale alla Vedetta d'Italia, luogo ideale per assistere dall'alto alla celebre regata velica. Sosta per la merenda al sacco.
Ore 13.00 Vedetta d'Italia. Si prosegue con il sentiero Kugy che si tiene sempre vicino al grande ciglione carsico che racchiude il golfo triestino. In successione, si passa per il santuario di Monte Grisa (visita), Opicina zona Obelisco, il panoramica monte Belvedere (grandi antenne ripetitive), e la Vedetta Alice, punto più alto toccato dall'itinerario (472 m), da dove si potrà assistere alla fase terminale della "Barcolana". In breve si raggiunge l'area picnic del Monte Spaccato. Sosta di ½ ora; nei pressi sarà allestito un nostro posto di ristoro, preparato grazie agli amici di Trieste.
Ore 15.00 Si continua lungo il ciglione seguendo una facile carrareccia che, superati i campi di golf di Padriciano, conduce al Bosco Bazzoni (di origine austriaca).
Ore 16.00 Visita alla particella sperimentale del Bosco Bazzoni e, accompagnati da una guida speleologica, al percorso preistorico allestito all'interno della "Grotta nera" (facoltativo, ½ ora, costo € 2). Si prosegue seguendo un panoramico sentiero dal quale si gode una grande visione dall'alto dell'aspra val Rosandra. Si perviene infine al paesetto di San Lorenzo e alla sua vedetta. D'utilità la presenza del rinomato ristorante "al Pozzo".
Ore 17.00 San Lorenzo. Seguendo per 1 km. la strada di collegamento, si arriva alla Foiba di Basovizza, (breve visita con spiegazioni storiche) dove sarà in attesa la corriera.
Ore 17.45 partenza in corriera. Transitando attraverso l'altopiano carsico triestino, si raggiunge il paesino di Colludrozza (frazione di Sgonico), dove ospiti nella casa di un paesano (in altri periodi adibita ad apprezzata "osmiza"), si terrà una cenetta conviviale gustando un menù di tipiche pietanze triestine: un piatto di jota con ½ salciccia, pane, un dolcetto, vino e minerale compresi, al prezzo di € 7 a persona.
Ore 19.00 Partenza in corriera per fare ritorno a Padova, con arrivo entro le ore 21.30.

DOMENICA 11 OTTOBRE 2009 - TREKKING CON LA BARCOLANA

TRAVERSATA LUNGO IL CIGLIONE DEL GOLFO DI TRIESTE

SENTIERO KUGY – DA SANTA CROCE ALLA VAL ROSANDRA PROGRAMMA DELLA GITA: descrizione e orari

Ore 7.30 Partenza in corriera da Padova. Sosta per il caffè durante il viaggio. Ore 10.30 Arrivo a Santa Croce. Incontro con l'amico-collaboratore Sergio Ollivier, che ci accompagnerà durante l'odierna escursione.
Ore 10.45 Santa Croce. Visita al vecchio paese carsico. Si visionerà la chiesa d XXX e l'adiacente pozzo monumentale e, uscendo dal paese, la chiesetta antica di San Rocco dal tetto in lastre di pietra e la statua del pellegrino questuante, posta in facciata. Seguendo una stradina locale, si raggiunge la Vedetta Slataper: grandiosa la vista che si apre sull'intero golfo di Trieste, che sarà magnificamente costellato dalle 2.000 vele delle barche partecipanti alla "Barcolana". Si continua oltrepassando i paesi di Contovello (architravi scolpite, la via principale di stampo medioevale) e Prosecco, riprendendo la cresta dello strapiombante crinale carsico. Giunti all'inizio della "strada Napoleonica", nel punto dove sovente si allenano i rocciatori, grazie al sentiero n° 1 si sale alla Vedetta d'Italia, luogo ideale per assistere dall'alto alla celebre regata velica. Sosta per la merenda al sacco.
Ore 13.00 Vedetta d'Italia. Si prosegue con il sentiero Kugy che si tiene sempre vicino al grande ciglione carsico che racchiude il golfo triestino. In successione, si passa per il santuario di Monte Grisa (visita), Opicina zona Obelisco, il panoramica monte Belvedere (grandi antenne ripetitive), e la Vedetta Alice, punto più alto toccato dall'itinerario (472 m), da dove si potrà assistere alla fase terminale della "Barcolana". In breve si raggiunge l'area picnic del Monte Spaccato. Sosta di ½ ora; nei pressi sarà allestito un nostro posto di ristoro, preparato grazie agli amici di Trieste.
Ore 15.00 Si continua lungo il ciglione seguendo una facile carrareccia che, superati i campi di golf di Padriciano, conduce al Bosco Bazzoni (di origine austriaca).
Ore 16.00 Visita alla particella sperimentale del Bosco Bazzoni. Si prosegue seguendo un panoramico sentiero dal quale si gode una grande visione dall'alto dell'aspra val Rosandra. Si perviene infine al paesetto di San Lorenzo e alla sua vedetta. D'utilità la presenza del rinomato ristorante "al Pozzo".
Ore 17.00 San Lorenzo. Seguendo per 1 km. la strada di collegamento, si arriva alla Foiba di Basovizza, (breve visita con spiegazioni storiche) dove sarà in attesa la corriera.
Ore 17.45 partenza in corriera. Transitando attraverso l'altopiano carsico triestino, si raggiunge il paesino di Colludrozza (frazione di Sgonico), dove ospiti nella casa di un paesano (in altri periodi adibita ad apprezzata "osmiza"), si terrà una cenetta conviviale gustando un menù di tipiche pietanze triestine: un piatto di jota con ½ salciccia, pane, un dolcetto, vino e minerale compresi, al prezzo di € 7 a persona.
Ore 19.00 Partenza in corriera per fare ritorno a Padova, con arrivo entro le ore 21.30.


Trekking con la Barcolana – Domenica 11 ottobre 2009

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Centenario della Ferrovia Transalpina: da Montespino a Gorizia

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Tratto dall'archivio delle gite organizzate da Sergio Ollivier per il CAI di Trieste
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UNA TRAVERSATA DAL MARE ADRIATICO ALL'AUSTRIA PASSANDO PER LA SLOVENIA, SEGUENDO IL TRACCIATO DELLA FERROVIA TRANSALPINA

quarta tappa:
DA MONTESPINO A GORIZIA
"DALLA VALLE DEL VIPACCO ALLE DUE GORIZIE UNITE"

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L'itinerario: Montespino, lago di Vogrscek, Montevecchio, monastero di Castagnavizza, stazione della Transalpina di Gorizia
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cliccare sulle immagini per visualizzarle a schermo intero.
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Centenario della Ferrovia Transalpina: da San Daniele del Carso a Montespino

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Tratto dall'archivio delle gite organizzate da Sergio Ollivier nell'ambito del CAI di Trieste
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UNA TRAVERSATA DAL MARE ADRIATICO ALL'AUSTRIA PASSANDO PER LA SLOVENIA, SEGUENDO IL TRACCIATO DELLA FERROVIA TRANSALPINA
terza tappa:
DA SAN DANIELE DEL CARSO A MONTESPINO
"UNA GITA NELLA VALLE DEL FIUME BRANIZZA
FINO ALLA SUA CONFLUENZA NEL FIUME VIPACCO"
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L'itinerario: Cobidil, San Daniele del Carso, Locavizza, Rifembergo, Pedrovo, Tabor, Montespino.
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cliccare sulle immagini per visualizzarle a schermo intero
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Centenario della Ferrovia Transalpina - traversata italo-slovena da Villa Opicina a San Daniele del Carso

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Tratto dall'archivio delle gite organizzate da Sergio Ollivier nell'ambito del CAI di Trieste
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UNA TRAVERSATA DAL MARE ADRIATICO ALL'AUSTRIA PASSANDO PER LA SLOVENIA, SEGUENDO IL PERCORSO DELLA FERROVIA TRANSALPINA

seconda tappa:
DA VILLA OPICINA A SAN DANIELE DEL CARSO
"VISITA A 7 PAESI CARSICI, 2 FERMATE e 4 STAZIONI DELLA TRANSALPINA"

L'itinerario: Villa Opicina, Monrupino, Repentabor, Kreplje, Dutovlje, Skopo, Kopriva, Hrusevica, Stanjel

cliccare sulle immagini per visualizzarle a schermo intero

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Centenario della Ferrovia Transalpina: Trieste, da Campo Marzio a Villa Opicina

.Tratto dall'archivio delle gite organizzate da Sergio Ollivier nell'ambito del CAI di Trieste

.TRAVERSATA DAL MARE ADRIATICO ALL'AUSTRIA PASSANDO PER LA SLOVENIA, SEGUENDO IL PERCORSO DELLA FERROVIA TRANSALPINA

prima tappa:
DA CAMPO MARZIO A VILLA OPICINA
"I RIONI E I BOSCHI DELLA PERIFERIA DI TRIESTE"


L'itinerario: Campo Marzio, Campi Elisi, stazione Rozzol-Montebello, Cacciatore, stazione Guardiella, San Cilino, Cologna, monte Radio, stazione Villa Opicina.
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Istria poco conosciuta, l'anfiteatro della valle del Dragogna: da Maresego a Socerga

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Tratto dall'archivio delle gite organizzate da Sergio Ollivier nell'ambito del Cai di Trieste


ALLA SCOPERTA DI UN'ISTRIA POCO CONOSCIUTA
L'ANFITEATRO DELLE COLLINE AFFACCIATE SULLA
VALLE DEL DRAGOGNA

TRAVERSATA FRA I DUE RAMI INIZIALI DEL DRAGOGNA
Babici, Geme, Borst, Toppolo, Chervoi, Gradena, Bresovizza, Pregara, Socerga
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